Fu fatto edificare dalla famiglia dei signori Mancini nella persona di Filippo Maria Mancini di Navelli, ed in seguito passò in eredità alla famiglia dei baroni Cappa di San Nicandro. Quest’ultimi lo lasciarono in eredità alla famiglia dei baroni Francesconi. L’aspetto attuale del palazzo risale alla ricostruzione post terremoto del 1703. Il palazzo è ottenuto dalla refusione di case a schiera su via San Pasquale, case ad arco su via delle mura rotte e case muro. La pianta si articola su tre livelli. Il livello più basso, accessibile da via delle Mura rotte, presenta due stalle coperte con volte a botte a concrezione. I soffitti all’interno del piano nobile sono a volta in mattoni disposti a coltello di diverso tipo, e precisamente volte a botte, a specchio e a conca. Sono tutte rifinite con intonaci mentre quella del salone principale e dell’ingresso presentano degli stucchi decorativi. I soffitti del terzo livello sono invece lignei. L’elemento costruttivo di maggior pregio del palazzo è sicuramente la splendida loggia, composta da una serie di archi a tutto sesto, impostati su delle colonnine, che sostengono una copertura in legno. La loggia, che affaccia sul versante sud-ovest, rappresenta una delle emergenze architettoniche più ammirate dell’intero centro storico.