24 Maggio 2012
NATURALE – MANIFESTAZIONE
Grande successo di “NATURALE”, prima fiera del vino artigianale svoltasi il 12 e 13 Maggio 2012 a Palazzo Santucci in Navelli.
L’antidoto contro lo stress da fiera è un’altra fiera. Quella di Navelli
L’antidoto contro lo stress da fiera esiste ed è, non sorprenda, una fiera: l’ultima nata tra quelle dedicate ai vini naturali. Si chiama Naturale e si è svolta a Navelli, una trentina di chilometri da L’Aquila. Vale a dire in un borgo bello ma fuori mano, situato nella provincia di una città inferma e pericolante. Chi ha potuto concepire una manifestazione in un luogo del genere? Un gruppo di sparuti visionari, anzi: di locali, appassionatisi all’idea di portare altri sparuti visionari da altri borghi belli e fuori mano a spiegare il vino che fanno. E perché è differente. Locale è parola che individua, nel significato più immediato, il luogo al quale sentiamo di appartenere. In alternativa, insieme a territorio e terroir, è locuzione tra le più abusate da industriali sotto mentite spoglie o imbottigliatori di pout-pourri. Nel primo caso è espressione di identità, nel secondo espediente per l’identificabilità. L’identità è concetto complesso, che il vino di qualità può tuttavia rendere con l’immediatezza e l’incisività di una lingua franca: per definizione un linguaggio veicolare e aperto, che si propone come unitario ma accoglie le varietà, facendone riferimenti distinti ma paritetici. L’identificabilità è un’esigenza delle strategie di vendita e trova la sua espressione politica nel sistema italiano delle denominazioni di origine. L’identità qualifica il vino, la denominazione all’italiana lo mistifica. Questo, in sintesi, il tema centrale del dibattito a Navelli; il successo di Naturale testimonia anche della capacità di portarlo all’attenzione di un pubblico più ampio rispetto a quello dei cultori. Un successo rispecchiato nei moltissimi commenti, in particolare quelli pubblicati nei social network, o nell’esaurimento dei posti disponibili per le degustazioni; evidente perché sublimato in una sensazione diffusa, inusuale vibrazione empatica trascendente il tipico, stuporoso benessere dei languidi pomeriggi di fiera, la loro socialità barcollante e ridanciana, la congerie di occhi vitrei e lingue infeltrite. Qui, dicono i produttori, nessuno ha approfittato dei vini a centinaia per allestirsi l’aperitivo potenziato. Piuttosto, proprio i cosiddetti curiosi hanno fatto la differenza, appassionandosi e informandosi. Alla fine sono stati gli stessi vignaioli i più capaci a riassumere le ragioni del buon esito. Così ha scritto una di loro, Nicoletta Bocca, sulla pagina Facebook di Naturale: «Navelli ha permesso di respirare una bellezza e un ritmo rarissimi. E la Libertà. Grazie davvero a tutti. Io sono stata perfettamente felice: ho capito cosa dovrebbe essere una vera fiera di vini naturali in cui chi l’ha fatta nascere è ospite, non padrone». [Crediti | Immagini di Patrizia Peroni e Simona Iovane; dalla pagina FB della Fiera di Navelli] |
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